8/10/2009

Chi ha ucciso la musica? ci sono rimedi?

Essendo un appassionato di classifiche (penso lo si capisca) e di buona musica, è veramente tanta l'amarezza nel vedere in che direzione sta andando la musica da ormai... 10-15 anni.

Escludiamo per un attimo l'ondata di album di Michael Jackson che ha invaso le classifiche mondiali dell'ultimo mese, portando dopo tanto tempo buona musica nelle top10 di tutto il mondo, com'è la situazione attuale?

- cantanti teen-oriented: va bene, ognuno ascolta ciò che vuole ed è anche giusto che un dodicenne ascolti roba spensierata, brutta ma che lo diverta e che lo intrattenga. Nessuno a dodici anni ascolta i Pink Floyd o i Radiohead (a parte rarissimi casi)... però c'è un limite a tutto. Sarebbe giusto che certa gente rappresentasse solo una nicchia, un target ben preciso. Invece si fa di tutto per ampliare il fenomeno il più possibile. L'altro giorno guardavo TRL qui in Italia ed è stato veramente ridicolo vedere cosa è diventato. Parliamoci chiaro, un buon 80% della musica che passa sul canale principale di MTV (diverso il discorso per Brand New e Gold) è robaccia e TRL ha, se possibile, da sempre rappresentato il lato peggiore del canale televisivo, ma mi ricordo solo 9 anni fa che c'era sì una prevalenza di pezzi indecenti ma almeno ogni tanto saltava fuori il bel pezzo. Ora è diventato un monopolio di musica per un target che non va oltre i 18 anni, sempre i stessi cantanti e gruppetti che si alternano con la loro ospitata/esibizione, sempre le stesse urla di un pubblico oggettivamente ignorante (ripeto..non è colpa loro...alla loro età è normale) e poi i cantanti dei reality, presenza (quasi) fissa. Tutto va ad aggiungersi a film che sfornano soundtrack e artisti milionari o prodotti Disney.

- cantanti dei reality: Partiamo dal presupposto che in molti casi i prodotti usciti dai reality non siano poi tanto peggio rispetto alla media del pop italiano che passa in radio o che va a Sanremo. Quello che è sbagliato, se vogliamo, è quello che ci sta dietro che spesso ha nulla a che fare con la musica. Il programma televisivo non fa altro che portare nel cuore del pubblico (spesso di fascia teen, rialacciandomi al primo punto) un artista, non attraverso alle sue canzoni e/o composizioni ma attraverso il semplice vederlo puntata dopo puntata, giorno dopo giorno, chiaccherare, discutere e, ogni tanto, cantare. Cantare cosa poi? robaccia melensa nel maggiore parte dei casi (qui X Factor è decisamente meglio rispetto ad Amici... grazie alle scelte di Morgan) o brani che servono solo per mettere in risalto la voce, portando tutto ad un semplice surrogato del karaoke. Questa è la prima fase, quella in cui il prodotto (ancora incoscente di esserlo) viene dato in pasto un po' per volta al suo pubblico. La seconda fase è quella del cd (o meglio EP...costa meno e si fa prima a farlo) pubblicato appena termina il programma televisivo, in cui finalmente i fan possono finalmente sentirsi in qualche modo parte del loro beniamino. Anche quei niente di male, se fosse un fenomeno isolato e di nicchia e soprattutto se non fosse diventato praticamente l'unico modo di raggiungere il successo dal nulla. Fino a due annetti fa andava anche bene perchè le radio e le televisioni erano un po' diffidenti nei confronti di certi prodotti. Poi il successo è aumentato e... bacchetta magica... anche le radio hanno iniziato a passare i brani dei ragazzi dei reality.


- le radio: Su internet si trovano vari articoli (anche con frasi di voci autorevoli come Renzo Arbore o Red Ronnie) in cui viene resa nota una verità scomoda su cui tutti comunque non hanno mai avuto dubbi, ovvero che (buona) parte del palinsesto è, almeno inizialmente, "imposto dall'alto". Sul Blog di Rosa c'è un bell'articolo a riguardo. Cosa porta a tutto ciò? Ad un airplay prima di tutto poco vario: se consideriamo tutta la musica, per radio passa solamente un 10/15% dei generi esistenti. Secondo ad un successo forzato e terzo, più importante, ad un modellamento del gusto della massa. Ragioniamo un attimo: negli anni '70 i Pink Floyd e i Led Zeppelin vendevano più di tutti, ora non credo che 30-40 anni fa la gente avesse più neuroni di oggi... semplicemente è che all'epoca certa musica veniva comunque immessa nel DNA della massa, proprio come oggi avviene con la musica pop da due soldi.
Purtroppo al momento è un circolo vizioso al ribasso che è difficile da fermare in un momento di crisi: le case discografiche nei momenti di crisi preferiscono non rischiare e spingere/ingaggiare esclusivamente gli artisti "vendibili", di conseguenza questi sono quelli che ci dobbiamo subire nelle radio e televisioni e di conseguenza quelli che il pubblico è portato ad acquistare e di conseguenza quelli che vanno a formare il gusto tipico della massa ecc...


- il pop: c'è pop e pop...basta ascoltare una qualsiasi compilation anni '80 (senza andare troppo indietro nel tempo) e accorgersi che il pop di quegli anni era pop fatto bene. Era pop alla ricerca della canzone "bella", della melodia facile ma non banale. Ora è tutto votato al commercio, fregandosene di tutto il resto. E' inutile dire che le cose sono peggiorate già dagli anni '90 con l'arrivo delle boy (e girl) band, i cantanti e le cantanti "solo voce" da diabete e le teen-diva alla Britney Spears e compagnia... e ora sta continuando questa tendenza, ma sempre peggio. Ora anche generi da sempre porta bandiera di serietà (ad esempio il rock, il punk, il metal o il rap) stanno sempre più trasformandosi nella variante peggiore...ed ecco che arrivano centinaia di gruppi pseudo-rock (che tra l'altro sono anche quelli che vendono meglio...Linkin Park o Nickelback ad esempio) o pseudo-punk (Avril Lavigne, Good Charlotte e compagnia). Con questi presupposti mi chiedo dove saremo fra dieci anni visto la tendenza del "il peggio viene premiato".


- il problema tipicamente italiano: guardo la classifica inglese ogni settimana, ed è bello notare come in UK quasi ogni settimana c'è un artista emergente in grado di debuttare in alto in classifica, e molti di loro sono anche piuttosto interessanti e fuori dai soliti canoni. guardo la classifica italiana e noto all'istante come l'età degli artisti in classifica sia spalmata veramente male: in Italia abbiamo da una parte gli artisti giovanissimi (provenienti esclusivamente o quasi dai reality), dall'altra vecchi cantanti "che non vogliono smettere". In nessun paese come l'italia, ci sono cantanti e gruppi da capelli grigi che vanno avanti da anni esclusivamente grazie al nome. Il tutto poi è supportato dalle televisioni che contano, che continuano a proporre vecchi cantanti che andavano di moda quando il pensionato aveva vent'anni. I nostri best-sellers, a parte Tiziano Ferro, sono cantanti che hanno esordito, nei migliori dei casi, nei primi anni '90.


IL RIMEDIO

- Internet: mettendo in chiaro che finchè c'è crisi è difficile che le cose migliorino più di tanto e che internet ha comunque aspetti negativi che a volte amplificano i punti precedenti, va detto che la comunità di Internet ha a disposizione sempre più informazioni per acculturarsi e per scovare musica attraverso nuovi canali, diversi dai soliti. Lo stesso vale per gli artisti che hanno più possibilità di farsi notare, di essere un qualcuno dei (sempre più) tanti. I nuovi modelli come il download legale, gli abonamenti, le flat, lo streaming e altri esperimenti saranno il futuro, un futuro dove ci sarà sempre più spazio per tutti, in cui tutto non sarà più legato al singolo che passa per radio o al video che passa in televisione ma ad un mondo di scelte che vanno dalla canzone sul Guitar Hero di turno, al brano in promozione scaricabile gratuitamente, al download attraverso il cellulare, o al download immediato del brano quando si guarda un video su Youtube (come già succede) o allo scaricamento nato dal passa-parola sui social network. In più si potrebbe superare la crisi discografica attuale e allora forse si tornerà anche a rischiare e non vedere più la musica esclusivamente come un prodotto. Sarà un mondo che poi premierà sempre più l'accesso alla musica e la libertà di scelta da parte dell'utente...ad ognuno il suo.

2 comments:

Gabriele said...

Complimenti per l'articolo che offre molti spunti di riflessione ai quali ne vorrei aggiungere però altri.
Innanzitutto la questione della qualità della musica è sempre stata dibattuta. Spesso la "cattiva qualità" della musica è percecipita da un pubblico adulto rispetto ai "gusti" del pubblico più giovane. Col passare del tempo, di solito, i giovani crescono e la "loro" musica diventa elemento di "culto" o di "revival" tanto da assurgere al grado di "buona qualità" o quanto meno "segno di un epoca". Di solito gli stili musicali che più piacciono ai "giovani" sono imperniati di semplicità e orecchiabilità ma spesso contano anche su un altro elemento ovvero l'originalità cioè quel carattere distintivo che fa si che chi è meno "giovane" è anche meno recettivo a certe caratteristiche "innovative" Se si prende ad esempio la musica dei Beatles o dei Rolling Stones si puo' ricordare che questa non era "adatta" ad un pubblico adulto dell'epoca ma veniva "capita" solo dai più "giovani", lo stesso è avvenuto nel tempo con l'emergere dei vari stili dal beat al rock, dal metal alla disco, dal reggae al grunge, dalla punk alla house.
Ebbene questi cicli e ricicli negli stili musicali dovrebbero essere percepiti anche ai nostri giorni (anni 00) ma forse proprio a partire dagli anni 00 questo trend si è fermato, infatti anche io percepisco che dal 2000 in poi, ovvero dall'inizio della crisi del formato album, nel panorama musicale non sembrano più essersi affermate le novità, l'originalità.
Ecco, penso che proprio quello che manca nella musica "giovane" è l'originalità, l'innovazione.
Quindi se ci deve essere una risposta alla domanda: Chi ha ucciso la musica? mi verrebbe da dire che la musica è stata uccisa dal "conformismo". La musica non si rinnova, c'è troppo riferimento al passato ed inoltre il passato non è preso come spunto per l'elaborazione di nuovi stili (nulla si crea tutto si modifica) ma, soprattutto nella musica italian, vengono riproposti stili desueti facendo solo perno sull'elemento della vocalità o dell'immagine.
A cio' va aggiunto anche che in tutti i fenomeni musicali degli ultimi anni si è assistito ad una certa "localizzazione" (dalla musica al cinema) che ha favorito le proposte locali come elemento di identità ma che così facendo ha limitato la ricerca di stili innovativi.
Il femoneno localistico nella musica è stato particolarmente evidente in Italia (vds le classifiche) questo ha fatto si che si riproponesse lo stile melodico senza particolari aggiornamenti.
come già detto da Zago la realtà è destinata a mutare con l'avvento di internet, la televisione ha ormai raggiunto l'apice della sua influenza sui costumi e sui gusti culturali.
La diffusione di internet lascia esiti imprevisti che non possiamo al momento nemmeno interpretare, basta pensare allo streaming su internet che diventa un tipo di supporto per l'ascolto completamnte innovativo e senza paragoni col passato.
Al momento internet ha lasciato la sua traccia più evidente nel download delle singole canzoni ma già sembra che il download di interi album sia in aumento con ciò rimodificando quello che fino a qualche anno fa sembrava un esito scontato cioè la fine del formato album. A conferma di cio' anche un altro elemento curioso: nell'ultimo anno la vendita di LP in vinile è cresciuta esponenzialmente, è un dettaglio che fa riflettere su come ci sia una certa noia nei confronti della musica usa e getta imperniata sui supporti attuali e che fa pensare che ci sia una certa ricerca di nuove forme di qualità anche nell'ascolto della musica.

zago said...

grazie dei complimenti e del bel commento!

é vero che all' epoca certi gruppi oggi considerati fondamentali erano sbeffeggiati da un certo tipo di critica.

Però oggi fa strano credere che ci fossero certe critiche verso i beatles o ai rolling stones quando magari elogiavano i gianni morandi della situazione o i colpi di coda dei simil-Claudio Villa...li, secondo me eran proprio critiche totalmente sbagliate... era proprio essere obsoleti. Oggi è ridicolo pensare che i Tokio Hotel della situazione possano essere, un giorno, rivalutati. A mio avviso non succederà mai anche perchè a ben vedere abbiamo grande musica anche oggi, solo che non riesce (o riesce con molta difficoltà) ad entrare nei circuiti mainstream (e magari quando ci entra è già vecchia e "modificata" per vendere). La differenza con gli anni '70 è che ad esempio i Pink Floyd o i Zeppelin erano i best seller mondiali dell'epoca...i Pink Floyd di oggi (che so potrebbero essere i Radiohead o i Sigur Ros) fanno fatica a ricevere un solo passaggio in radio o in televisione e vendono il giusto.


In alcuni casi anche nella peggior musica di oggi tracce di originalità ci sono..ad esempio in questo pezzo trash (Attack Attack! - Stick Stickly...una delle cose peggiori che abbia sentito e visto negli ultimi tempi) http://www.youtube.com/watch?v=nQVpITyOdc8 , volendo il fatto di unire cose metalcore a cose eurodance sulla carta è una cosa abbastanza originale ma il risultato è ridicolo per non usare altri termini.


ma nella musica italiana in ambito mainstream la situazione è come dici tu scandalosa. in ambito (semi)undreground ci sono cose originali (anche a livello internazionale), penso agli Zu, ai Port-Royal..agli Uochi Toki, ma a livello mainstream si continua a riproporre gli stessi clichè da cantante/interprete adatto alla prima serata sulla Rai...bel canto, amore...tanto amore e musica a livello nullo.


Internet è destinato a cambiare tutto, per fortuna (si spera che le cose vadano per il verso giusto), sia a livello mediatico, sia a livello di comunicazione e di opportunità. Però credo che finchè i media tradizionali (finchè esisteranno) continueranno a spingere solo un determinato tipo di musica, anche su internet finirà per spopolare sempre quel tipo di musica (basti guardare quotidianamente i video più visti su Youtube nella categoria Musica...c'è da piangere). Per fortuna Internet consente anche, a chi vuole, di esplorare nuove cose e farsi una cultura come si deve (last.fm...rate your music ecc..), però al momento rimangono fattori che influiscono ancora troppo poco sul totale della musica. Sicuramente hanno aiutato a portare più gente ai concerti e a vendere qualche copia in più ma la ghettizzazione è ancora molto evidente. Così come il download illegale a ben vedere ha aiutato certe realtà sconosciute, sono convinto che in molti con il download illegale hanno scoperto musica e artisti che altrimenti non avrebbero mai scoperto.

Pensando alle classifiche del futuro, il vero problema del futuro sarà monitorare in modo completo tutti gli accessi alla musica (download legali, streaming ecc..). Altrimenti saremo invasi da centinaia di classifiche diverse da cui non si capisce nulla