Così, per fare un primo punto della situazione delle cose migliori uscite in questi primi cinque (e un po') mesi dell'anno.
Come sempre ho cercato di ascoltare più materiale possibile, cercando di dare un certo ordine attraverso i post "Uscite Discografiche-Recensioni" che trovate su Soundsblog.
Qui mi limito a inserire una manciata (dieci) di dischi 2011 che tutti dovrebbero ascoltare. Limitando così il campo ovviamente lascio fuori tanti altri dischi degni di nota, ma non c'è scelta...
Radiohead - The King Of Limbs
"Impossibile recensire in poche righe un album dei Radiohead… proviamo così:
Cosa c’è : sezione ritmica sugli scudi, tanta elettronica… soprattutto le ultime tendenze, Flying Lotus sound, cura nei particolari, ipnosi sonora, il Thom Yorke solista.
Cosa manca : alcune soluzioni melodiche degne dei loro classici e un paio di tracce in più ci potevano anche stare.
Ancora una volta gruppo che fa storia a sé (anche a livello di marketing) e ancora una volta un grande lavoro. Rimane però difficile da capire se si tratta semplicemente di un bel disco, ingigantito dal brand che si porta dietro, o di un mezzo capolavoro ridotto al semplice status di “bel disco” per via dalle aspettative irreali che si hanno ogni volta che esce un loro album"
James Blake - James Blake
"prendete una voce per certi versi vicina a quella di Antony, aggiungeteci una buona dose di soul e accompagnate il tutto con delle basi tanto moderne (quasi dubstep) quanto profonde. Più che la voce (indubbiamente bella) sono proprio i bassi… le battute… le pause… che danno a questo disco una marcia in più. Tutte caratteristiche che già ora lo candidano come uno dei migliori dischi di debutto (e forse non solo) del 2011."
PJ Harvey - Let England Shake
"PJ Harvey con “Let England Shake” entra nella ristretta cerchia di artisti che in carriera non hanno mai “sbagliato” un disco: se togliamo di mezzo i Radiohead (vedi sopra), negli ultimi due decenni è difficile trovare qualcuno con una costanza qualitativa come quella di Polly Jean. In “Let England Shake” riesce ancora una volta a mescolare le carte in tavola pur rimanendo, in fondo, fedele al suo trademark sound. Ad un primo ascolto tutto fila via senza impressionare, poi si scoprono le trame sonore, il sapiente e calibrato utilizzo di svariati strumenti e soprattutto le liriche, vero filo conduttore dell’opera. Disco fuori da qualsiasi scena, movimento o moda e libero da qualsiasi limitazione commerciale… in una parola, sincero"
The Antlers - Burst Apart
"il loro precedente “Hospice” (un quasi debutto visto la difficoltà di reperibilità dei lavori precedenti) è semplicemente uno degli album più belli degli ultimi due anni. Ma come solo le grandi band hanno il coraggio di fare, gli Antlers non hanno voluto ricalcare gli stessi territori, preferendo piuttosto evolversi, arricchendo i suoni e ponendo ancora in maggior risalto le doti vocali di Peter Silberman. Probabilmente meno “toccante” di “Hospice”, “Burst Apart” riesce a confermare il grande valore del gruppo di New York, trasportando l’ascoltatore in una sorta di limbo, affascinante quanto raffinato."
Fleet Foxes - Helplessness Blues
"la seconda prova dei Fleet Foxes era uno dei dischi più attesi dell’anno, considerato quanto fatto con l‘omonimo album del 2008 (sicuramente uno dei migliori debutti degli ultimi anni). La band di Seattle ha scelto di andare sul sicuro con un lavoro che non si allontana molto da quanto proposto in passato, ponendosi come obiettivo quello di essere i Simon & Garfunkel o i CSN&Y dei nostri giorni. A ben vedere si nota un certo arricchimento degli arrangiamenti (che non sempre è un bene) a scapito forse dell’ immediatezza melodica dell’esordio. Notevole “The Shrine/An Argument” che nella prima parte presenta alcune delle armonie migliori del disco e nella parte finale un’inaspettato outro di free-sax. Un disco che, pur senza impressionare, consolida la reputazione di “teste di serie” della musica contemporanea."
Panda Bear - Tomboy
"E’ giusto etichettare Noah Lennox come un genio dell’attuale scena musicale? Se dopo l’ottimo “Person Pitch” e il memorabile “Merriweather Post Pavilion” degli Animal Collective qualcuno aveva ancora dei dubbi, possiamo affermare che dopo “Tomboy” anche i più scettici dovrebbero mettere il cuore in pace. La voce è lo “strumento” più caratteristico della musica di Panda Bear (stratificazioni, eco, cori su cori da fare impallidire i Beach Boys), sotto la quale ricama intrecci sonori a metà fra psichedelia da spiaggia e elettronica. La cosa bella è che dopo un paio di ascolti diventa addirittura tutto incredibilmente orecchiabile."
Wild Beasts - Smother
"dei Wild Beasts ho un gran bel ricordo live, quando, nella stessa serata, mi impressionarono più dei, in quel momento più quotati, These New Puritans. Era il tour post-”Two Dancers”, l’album del 2009 che li ha consacrati come uno dei gruppi più interessanti dell’indie rock inglese… una band a due volti, quello più post-punk (Tom Fleming) e quello più falsetto-Antony oriented (Hayden Thorpe). In “Smother” si perdono quasi tutti gli aspetti maggiormente “random indie rock”, lasciando che siano quelli più personali e caratteristici, i veri punti di forza della band, ad elevare il concetto di pop a qualcosa di più artistico. Un concetto applicabile anche all’ultimo disco dei The Antlers (vedi sopra), che per certi versi non è poi così distante come coordinate (e valore)."
Destroyer - Kaputt
"Daniel Bejar e soci ci ha messo dieci anni prima di raggiungere una discreta fama con l’ottimo “Destroyer’s Rubies” del 2006, seguito dal meno buono “Trouble in Dreams” (2008). A tre anni di distanza tornano con questo “Kaputt” che segna il distacco definitivo da certi suoni acustici a favore di un pop di altissima classe, roba da intorto anni ‘80 con tanto di varie incursioni di sax e di tastiere cool. Un deciso cambio di direzione, importante non solo all’interno della discografia dei Destroyer."
Esben and the Witch - Violet Cries
"debutto su disco giustamente molto atteso quello degli Esben and The Witch, considerato quanto avevano proposto fino ad ora fra EP e singoli. Per farvi capire come suona “Violet Cries” immaginatevi questa scena: le ultime regine dell’art pop (Bat For Lashes, Florence) all’interno di una bara che tentano di liberarsi dalle catene (della forma-canzone), il tutto mentre Siouxsie da fuori se la spassa osservando il tutto. Si respira grande tensione emotiva lungo i dieci brani di un disco che mette l’atmosfera (molto “Twin Peaks” in “Swans”) davanti a tutto il resto."
The Pains of Being Pure at Heart - Belong
"i The Pains of Being Pure at Heart superano alla grande l’ostacolo del “secondo album”. Con “Belong” la band ha evitato di rimanere impantanata nelle sonorità del debutto e allo stesso tempo ha preferito evitare rivoluzioni radicali. Parliamo di piuttosto di evoluzione e di consapevolezza delle proprie opportunità. Il suono si fa più fruibile (anche a livello di produzione) e anche se nella title-track sembrano gli Smashing Pumpkins, in “My Terrible Friend” i Cure e in “Girls of 1000 Dreams” (e pure in “Anne with an E”) i Jesus & The Mary Chain… il risultato è veramente ottimo… mix di noise-pop, dream/gaze-pop e jangle pop ai massimi livelli."
ciao zago!
ReplyDeleteè da un po' che non scrivo sul blog causa impegni vari...
ottima la lista che hai fatto, in particolare io mi sono letteralmente innamorato dell'ultimo disco di p.j. harvey...splendido, ispirato nelle musiche e nei testi...una grande artista che qui da noi è praticamente sconosciuta... mi manca l'ultimo degli antlers ma provvederò presto visto che hospice è uno dei miei preferiti degli ultimi anni...
a proposito, 5 e 6 luglio a ferrara in piazza castello national e pj harvey!! :)
Ciao! e National a Ferrara???
ReplyDeleteEntrambi me li vedo al Primavera Sound :)
cavoli figata... poi ho visto che ci sono un sacco di nomi interessanti... fleet foxes, animal collective... ma ti fai tutti i 5 giorni?? :)
ReplyDeleteyes!! gratis tra l'altro (giusto per aumentare odio nei miei confronto XD)
ReplyDeletesi effettivamente l'odio aumenta ;)
ReplyDeletema scusa che contatti hai??? :)
avevo sentito che costavano un botto!! anche xchè sono 5 giorni...