Pages

6/02/2010

Commenti agli album più venduti in Italia - Parte 2

Ho visto che avete apprezzato, quindi siccome ho nuovamente dieci minuti liberi vado un po' avanti scorrendo la lista... nella prima parte mi ero fermato a Gianluca Grignani

RENATO ZERO: nei primi anni sicuramente rappresentava una bella novità, almeno per quanto riguarda il mercato italiano. Con il tempo e con l'età, giustamente, ha plasmato gli angoli. Va avanti per la sua strada ben consapevole del supporto dei fan, ma a mio avviso c'è tanto di meglio in giro.

CLAUDIO BAGLIONI: come Renato Zero ormai è un' istituzione della musica italiana. Anche lui va avanti per la sua strada nonostante sia oggi una strada obsoleta. Almeno dovrebbe essere obsoleta, ma siccome l'Italia è un paese iper-tradizionalista c'è ancora tantissimo spazio per questo tipo di musica e per certe "istituzioni". Apprezzabile l'ultimo progetto che ha coinvolti veramente tantissimi nomi della musica italiana.

PETER GABRIEL: Con i Genesis ha fatto ottimi dischi e non è un caso che dopo la sua partenza la band, in mano a Phil Collins (autore poi di prove soliste completamente da dimenticare), non abbia più trovato la grandezza artistica della Peter Gabriel-era. Anche i lavori solisti, specialmente quelli degli anni '80, sono ottime prove. L'ultimo disco va apprezzato soprattutto per la scelta dei brani coverizzati e per il fatto di averli stravolti.

AC/DC: indubbiamente dei grandi... fra il 1976 e il 1980 hanno pubblicato almeno quattro mezzi capolavori fra cui spiccano naturalmente "Highway to Hell" e "Back In Black". Da BiB in avanti a mio avviso hanno smarrito la creatività tanto che dei vari album che sono usciti dal BiB ad oggi salverei giusto "The Razors Edge" e l'ultimo "Black Ice". Sicuramente invidiabile la carica che hanno ancora oggi, soprattutto nei live, la loro dimensione ideale.

BAUSTELLE: Fra le cose migliori che abbiamo avuto in italia nel decennio scorso, senza se e senza ma. Poco importa che sono diventati "mainstream", la loro musica non ne ha risentito. I loro album sono tutti e cinque validi, chi più e chi meno, chi per un motivo o per l'altro, sono tutti degni di nota. Il futuro è incerto, perchè il rischio di riciclo è alto, intanto teniamoci l' ottima musica che ci hanno dato fino ad oggi.

SONOHRA: Esempio perfetto del piegarsi alle esigenze di mercato. Loro sanno suonare e sanno cantare e alcuni pezzi (L'Amore per esempio) sono pezzi pop ben scritti. Però tutto viene rovinato da un alone teen ingiustificato (uno dei due è vicino ai trenta...), flirt con TRL ecc ecc...

MUSE: Ultimamente hanno voluto strafare sia, da un lato con un' eccessiva pomposità/ambizione dall'altro lato con eccessivi ammiccamenti al pop. I primi Muse erano veramente grandi, sia il primo album "Showbiz" che, soprattutto, il secondo "Origin of Symmetry" sono disconi. Già "Absolution" dava qualche segno di cedimento. Al momento sono comunque una delle cose migliori che si può sperare di trovare in cima alle classifiche o per radio.

JIMI HENDRIX: il disco postumo secondo me, come tutte queste operazioni, è abbastanza superfluo. Su di lui comunque nulla da dire, in poco tempo ha scritto pagine e pagine di storia e influenzato generezioni di chiarristi.

MASSIVE ATTACK: Grandi... negli anni '90 la storia della musica passa per forza per per Bristol (pure i Portishead). Impossibile non inserire un "Blue Lines" o, soprattutto un "Mezzanine" in una lista dei migliori album di quel decennio. Le prove dell'ultimo decennio, legate anche a problemi di formazione, mi hanno convinto già di meno... se devo pensare alla migliore musica elettronica del 2010 non vado di certo a pensare all'ultimo loro disco...

IRENE GRANDI: Ha iniziato a fare qualcosa di interessante da quando è partita la collaborazione con Bianconi, anche se sono convinto che "Brucia la Città" o "La Cometa di Halley" eseguite dai Baustelle acquisterebbero sicuramente quel qualcosa in più. Per il resto poppettino finto rock, nulla di più.

No comments:

Post a Comment