Sun Kil Moon - Common As Light...: il flusso di coscienza ha ormai la meglio sul resto. Qualche lampo. - 6.5
Ryan Adams - Prisoner: scrittura solida per un altro buon disco di cantautorato rock americano - 7-
Vacations - Vibes & Days: tra Mac DeMarco, surf e pigrissimo garage. Primaverile/Estivo. - 6/7
Dirty Projectors - Dirty Projectors: ulteriore passo in avanti alla ricerca della perfezione prog-glitch-art-pop - 7
Stromboli - Volume Uno: rumorismi drone-ambient claustrofobici da Bologna - 6/7
Power Trip - Nightmare Logic: bordata di buon vecchio thrash metal, potente e aggressivo - 7
Strand of Oaks - Hard Love: non sarà un capolavoro ma contiene comunque una manciata di ottime rock songs - 6/7
Froth - Outside (briefly): terzo disco con direzione maggiormente indie-psy rispetto agli esordi. - 6+
Samuel - Il Codice della Bellezza: forse mossa vincente (è molto jovanottiano) ma tutt'altro che necessaria - 5.5
XIU XIU - FORGET: consueti barlumi di follia e ansia pura. Uno dei migliori della seconda parte di carriera - 6/7
Sodastream - Little By Little: una sola parola: bentornati. 7-
Peter Silberman - Impermanence: uscita solista per il leader degli Antlers, un Jeff Buckley in slow-motion - 7-
Tim Darcy - Saturday Night: l'Ought in libera uscita seguendo il fantasma di Lou Reed - 7
Clap Your Hands Say Yeah - The Tourist: non brutto ma dopo 12 anni lo storico esordio è sempre più lontano - 6
Stormzy - Gang Signs & Prayer: sta al 2017 come Konnichiwa di Skepta stava al 2016 - 7
Jens Lekman - Life Will See You Now: grazioso e piacevole. Non che fossero necessarie conferme - 7
Los Campesinos! - Sick Scenes: fedeli al proprio credo e ci va bene così - 6/7
Fine Before You Came - Il Numero Sette: inferiore agli ultimi due ma comunque valido - 6.5
High Sunn - u stole my heart: forse l'opera più compiuta delle diecimila pubblicate in pochi mesi - 6/7
Wild Pink - Wild Pink: onesto mistone di indie rock americano anni zero - 6.5
King Gizzard and The Lizard Wizard - Flying Microtonal Banana: sembrano in stato di grazia - 7+
Magic Island - Like Water: interessante nuovo nome dell'artpop più sperimentale e contaminato - 6.5
Dams of the West - Youngish American: il già Vampire Weekend in un inutile album solista - 5+
Thundercat - Drunk: forse il manifesto definitivo del nu-soul misto L.A. sound - 7
Gazzelle - Superbattito: ennesima new-entry dell'ultima leva indie-cantautorale. - 6
Novella - Change of State: virata verso lande psy-kraut per le shoegazers inglesi - 6/7
The Courtneys - The Courtneys II: solido il secondo capitolo delle Courtneys. Chitarre e melodie. - 6/7
Grandaddy - Last Place: graditissimo ritorno e ottima forma per l'ormai storica indie band americana - 7
Funeral Advantage - Please Help Me EP: EP che conferma la buona vena indie pop / jangle melodico - 6/7
Le Luci Della Centrale Elettrica - Terra: più melodia e più etno-sound. Non necessariamente un bene - 6+
Hater - You Tried: ottimo esordio per la band svedese. Chitarre + melodia + voce distintiva - 7
Future - HNDRXX: decisamente più valido rispetto a Future, uscito una settimana prima - 6.5
Giovanni Truppi - Solo Piano: remake al piano di alcuni dei suoi brani. Ok, nell'attesa di un nuovo album di inediti - 6Minus the Bear - Voids: come gli ultimi due... un po' un riciclo delle idee iniziali in formato maturo/di mestiere.- 5.5
Oddisee - The Iceberg: intelligente east coast rap tra beat jazzy, free-form e old-school. 6/7
The Temples - Volcano: più che dignitoso ma con lo stesso problema di molti "secondi album" - 6.5
Bedwetter - Volume 1: Flick Your Tongue...: malato side project di Travis Miller/Lil Ugly Mane - 7
Cesare Basile - U Fujutu su nesci chi fa?: lavorone in dialetto siciliano. Disco di pancia e al contempo raffinatissimo - 7-
Pissed Jeans - Why Love Now: ancora assalti noise-rock senza compromessi. Ancora... - 6+
Why? - Moh Lhean: il periodo d'oro dell'Anticon-sound (2004-2005) sembra così lontano... - 6
Blanck Mass - World Eater: la metà dei Fuck Buttons con il suo disco migliore, oscuro post-industrial. - 7
Tennis - Yours Conditionally: un paio di bei pezzi ma su formato lungo hanno sempre molti limiti - 6+
Maggie Rogers - Now That the Light Is Fading EP: non male ma un po' l'ennesima divetta ch(art)-pop - 6+
Sleaford Mods - ENGLISH TAPAS: sempre idoli ma inferiore agli ultimi due - 6/7
Gazebo Penguins - Nebbia: un po' di delusione c'è. Qualche isolato brividino ma Legna sembra un ricordo lontano. - 6+
Rolling Blackouts Coastal Fever - The French Press EP: leggermente meno riuscito rispetto al primo EP. Comunque ok. - 6.5
Management del Dolore post-operatorio - Un incubo stupendo: disco piuttosto incolore - 5.5
Lo Stato Sociale - Amore, lavoro e altri miti da sfatare: mai stati dei geni (il primo era ok) ma qui c'è veramente poco - 4/5
Nadia Reid - Preservation: buon disco di cantautorato folkish, tra melodie e suggestioni intime - 6/7
Paolo Benvegnù - H3+: classe felpata, una garanzia in ambito cantautorale/pop-rock italiano - 6/7
CHINAH - Hints EP: convincente anche questo secondo EP - 6.5
Mount Eerie - A Crow Looked at Me: toccante e crudo capolavoro per Phil Elverum - 7.5
Jonwayne - Rap Album Two : l'opera migliore del rapper californiano - 6/7
Magnetic Fields - 50 Song Memoir: maestoso quasi quanto 69 Love Songs. Tanti piccoli gioielli pop - 7+
Vagabon - Infinite Worlds: indie pop sghembo ma interessante. Non un gran disco ma nome da tenere d'occhio - 6.5
Jay Som - Everybody Works: tanto variegato quanto compatto l'indie pop sognante della californiana - 7-
Steve Lacy - Steve Lacy’s Demo EP: strano EP d'esordio tra r&b, lo-fi e hypna per il chitarrista dei The Internet - 6/7
Bush - Black and White Rainbows: ennesimo disco inutile post '90s per la band di Rossdale - 4.5
Hooray For The Riff Raff - The Navigator: breakthrough album per gli americani legati alla tradizione folk-country - 7-
Laura Marling - Semper femina: sesto bel disco consecutivo per l'ancora giovane inglese - 7The Feelies - In Between: comeback un po' stanco per la storica band americana di Crazy Rhythms (1980) - 6+
Ofeliadorme - Secret Fires: suoni cristallini e produzione importante, tra dreampop e ricordi trip-hop - 6/7
Depeche Mode - Spirit: onesto disco di mestiere che non scontenta i fan ma che non lascia tracce nel 2017 - 6
Davide Shorty - Straniero: disco maturo e ben prodotto, meglio di quanto ci si potesse aspettare da XF - 6The Shins - Heartworms: non così necessario... i ricordi rimangono ai primi due grandi dischi - 6+
Planning For Burial - Below The House: forse il migliore disco dell'americano: gaze, ambient, drone, post... - 7-
Spectres - Condition: oscuro shoegaze rumoristico di difficile assimilazione. Manca ancora qualcosa - 6+
Valerie June - The Order of Time: il suo cantautorato/Americana convince solo a tratti. - 6.5
Colombre - Pulviscolo: buon esordio per il già Chewingum. Italo-pop, nuovo cantautorato, psichedelia e gusto indie - 6/7